....Nel Cristo Dio fatto uomo , troviamo il sostegno per la nostra debolezza e le risorse per raggiungere la perfezione. L'umanità di Cristo ci rimette in piedi , la sua condiscendenza ci prende per mano , la sua divinità ci fa giungere alla méta....


S.Agostino

Cerca nel blog

giovedì 18 ottobre 2012

Testo dell'appello alla disubbidienza



 "Dotta ignoranza" ha deciso di pubblicare le richieste dei preti austriaci disubbidienti , non per "sponsorizzare" il movimento , ma perchè tutti possano rendersi conto di come siano nell'errore questi preti e per comprendere che bisogna pregare per la Chiesa Austriaca e soprattutto per i sacerdoti in crisi!

Appello alla disubbidienza

Il rifiuto di Roma di una riforma della chiesa da tempo necessaria e l’inattività dei nostri vescovi non solo ci permettono, ma anzi ci obbligano a seguire la nostra coscienza e ad attivarci in maniera indipendente.
Noi preti vogliamo porre in futuro i seguenti segni:
  1. Diremo in futuro in ogni messa una preghiera per la riforma della chiesa. Prendiamo seriamente la parola della Bibbia: pregate e vi sarà dato. Davanti a Dio c’è libertà di parola.
  2. Non rifiuteremo in linea di principio l’Eucaristia a credenti di buona volontà. Questo specialmente per divorziati-risposati, per membri di altre chiese cristiane e, in alcuni casi, anche a cattolici che sono usciti dalla chiesa.
  3. Eviteremo, se possibile, di celebrare nelle domeniche e nei giorni festivi più di una messa o di incaricare preti in viaggio o provenienti da fuori. Meglio una liturgia della parola organizzata in loco che “tournée” liturgiche.
  4. In futuro considereremo una liturgia della Parola con distribuzione della comunione come un’ “Eucaristia senza prete” e così la chiameremo. In questo modo assolveremo il nostro obbligo domenicale in tempo di scarsità di preti.
  5. Rifiuteremo anche il divieto di predicare stabilito per laici competenti e qualificati e per donne insegnanti di religione. Proprio in tempi difficili è necessario annunciare la Parola di Dio.
  6. Ci impegneremo affinché ogni parrocchia abbia un suo moderatore: uomo o donna, sposato o non sposato, a tempo pieno o a tempo parziale. Questo però non attraverso fusioni di parrocchie, ma attraverso un nuovo modello di prete.
  7. Ci avvarremo perciò di ogni opportunità per esprimerci pubblicamente a favore dell’ordinazione di donne e persone sposate. Vediamo in queste persone colleghe e colleghi benvenuti in servizio pastorale.
Inoltre ci sentiamo solidali con quei colleghi che a causa del loro matrimonio non possono più esercitare il loro servizio, ma anche con quelli che, nonostante una relazione, continuano a fornire il loro servizio come preti. Entrambi i gruppi con la loro decisione seguono la loro coscienza – come facciamo noi con la nostra protesta. In loro, come anche nel Papa e nei vescovi, vediamo i “nostri fratelli”. Non sappiamo cos’altro debba essere un “confratello”. Uno è il nostro Maestro – però noi tutti siamo fratelli. “E sorelle” – si dovrebbe dire però tra cristiane e cristiani. Per questo vogliamo impegnarci, per questo vogliamo esprimerci, per questo vogliamo pregare. Amen.