Dopo
il registro sulle unioni civili - che attende solo il sì del
consiglio comunale - il Campidoglio guidato da Ignazio Marino prova a
piantare un’altra bandierina ideologica: il progetto di educazione per
le scuole superiori «Lecosecambiano@ Roma» per «il rispetto e la
valorizzazione delle differenze», finalizzato a «contrastare il
bullismo omofobico ». Tra le attività, incontri con testimonial del
mondo dello spettacolo e rappresentanti delle associazioni Lgbt
romane. Domani la scadenza per gli istituti che vogliano aderire.
«La Giunta Marino indottrina all’ideologia gender», commenta il Forum
delle associazioni familiari. «Siamo tutti contro l’omofobia e le
discriminazioni – dice l’ex assessore alla famiglia e scuola Gianluigi
De Paolo – ma su temi così delicati più che la propaganda serve il
coinvolgimento dei genitori che devono poter scegliere per i loro
figli». Nel bando del progetto l’assessorato capitolino alla scuola
illustra le finalità: «Rilevare le percezioni e le esperienze
degli/le studenti sulle discriminazioni basate sull’orientamento
sessuale e l’identità di genere»; «sensibilizzare sui temi della
valorizzazione delle differenze e al rispetto delle scelte
individuali»; «promuovere una visione positiva del futuro attraverso
le testimonianze concrete di persone note per far comprendere che 'le
cose possono effettivamente cambiare'»; «diffondere informazioni sui
servizi a Roma per persone lesbiche, gay, omosessuali e transessuali
della Memoria ad Auschwitz e cancellando quelli sulle foibe. Qui non
si tratta di dire sì o no all’omofobia – sottolinea De Palo – perché
ogni discriminazione va combattuta con decisione, che sia chiaro. Ma
il Campidoglio dimostra di non avere un progetto educativo e
preferisce appaltare alle associazioni Lgtb un problema che invece
va affrontato senza affermazioni ideologiche. Rifiutando, fra l’altro,
di coinvolgere le associazioni familiari e dei genitori.
L’adolescenza è un periodo delicato di formazione della personalità.
E i genitori degli studenti, fra l’altro minorenni, hanno il diritto,
anzi il dovere di essere coinvolti preventivamente. Ricordo che non
si tratta di materie curriculari – puntualizza De Palo – e le
famiglie devono essere messe in condizione di poter scegliere
consapevolmente, conoscendo in maniera dettagliata i progetti
proposti. E se i genitori non intendono avvalersene per i loro figli, il
Comune ne deve proporre »; «lottare contro l’omofobia interiorizzata
e sociale vissuta dagli/le adolescenti». Il tutto attraverso un
«indagine conoscitiva» anonima, «incontri formativi nelle scuole» con
testimonianze, esperti dell’università, rappresentanti delle
associazioni Lgtb romane, un concorso creativo con premiazione il 17
maggio, Giornata contro l’omofobia della Ue. Protesta il Forum delle
associazioni familiari. «Sono 8 mesi che abbiamo chiesto di incontrare
il Sindaco», dice la presidente del Forum del Lazio Emma Ciccarelli.
«Dopo aver smantellato tutte le politiche familiari che avevamo
contribuito ad attuare negli anni precedenti, prende iniziative che
riguardano le famiglie senza confrontarsi con le Associazioni
familiari ». Ribadito il no, «come è ovvio, ad ogni forma di bullismo,
perché ogni vita è degna indipendentemente dall’orientamento
sessuale, siamo altrettanto convinti che questo delicato tema
educativo debba essere trattato concordando con i genitori i modi e i
tempi onde evitare semplificazioni o indottrinamenti». Per questo il
Forum chiede «un confronto immediato tra l’associazionismo, il
sindaco e l’assessore Cattoi: abbiamo ricevuto centinaia di mail da
parte di genitori spaventati per queste proposte educative che
trattano temi così delicati. L’omofobia si vince con l’educazione,
non con l’ideologia». Concorda Gianluigi De Palo, assessore nella
giunta Alemanno, oggi all’opposizione come capogruppo della lista
civica 'Cittadini per Roma'. «Il Campidoglio taglia i fondi per
progetti che hanno funzionato bene, dimezzando lo stanziamento per i
viaggi di alternativi».
Luca Liverani