Yves Chiron è oggi uno dei nostri migliori
storici e un lettore attento e scrupoloso dei documenti. Lo ha appena
dimostrato nell'ultimo n° della sua pubblicazione Aletheia, "lettera
d'informazione religiosa". Egli consacra un lungo articolo alla memoria
autobiografica di Mons. Bugnini, il grande attore della riforma
liturgica postconciliare, attraverso il Consilium et la Congregazione
per il culto divino. Occorre leggere questo articolo del Chiron, poiché
si imparano diverse cose. Tre elementi mi hanno particolarmente colpito:
1) L'affermazione di mons. Bugnini circa Paolo VI affermando che il Papa ha "visto tutto, seguito tutto, approvato tutto" per quel che riguarda la riforma liturgica. Chiron commenta : "L'espressione è senza dubbio eccessiva. Ma è certo che, differentemente che in altri ambiti, Paolo VI ha seguito da vicino il dossier della riforma liturgica e ha avuto numerosissime riunioni di lavoro private con Mons. Bugnini". Non dimentichiamo, per inciso, che le Chiron è anche il biografo di Paolo VI.
2) Si scopre che l'attore della riforma liturgica, così detestato dagli ambienti tradizionalisti, si è mostrato più liberale o più aperto di Paolo VI nei loro riguardi. Chiron ci fa sapere che dopo l'autorizzazione donata nel 1971 ai preti anziani di celebrare la messa di S.Pio V, poi l'indulto concesso ai vescovi inglesi di poter concedere, a determinate condizioni, il permesso di celebrare questa stessa Messa, " Mons. Bugnini ha suggerito al Papa d'accordare la stessa facoltà na altre conference episcopali. Il Papa si è mostrato inflessibile e ha rifiutato di estendere l'indulto".
3) Mons. Bugnini aveva proposto una soluzione per risolvere il "caso Lefebvre": "attraverso una larga 'concessione' della messa tradizionale. Fissava quattro punti. Il Santo Padre fece rispondere che non gli sembrava opportuno di concedere oggi quel che aveva rifiutato nel passato. La proposta di Mons. Bugnini sarà ampiamente ripresa da Giovanni Paolo II nell'indulto del 1984".
La responsabilità di Paolo VI nella crisi liturgica che ha colpito la Chiesa appare dunque ancora più schiacciante.
Da http://www.riposte-catholique.fr/summorum-pontificum-blog/revue-de-presse-summorum/quand-mgr-bugnini-proposait-des-solutions-pour-resoudre-le-cas-lefebvre#.UJ0rOFFz8oE
1) L'affermazione di mons. Bugnini circa Paolo VI affermando che il Papa ha "visto tutto, seguito tutto, approvato tutto" per quel che riguarda la riforma liturgica. Chiron commenta : "L'espressione è senza dubbio eccessiva. Ma è certo che, differentemente che in altri ambiti, Paolo VI ha seguito da vicino il dossier della riforma liturgica e ha avuto numerosissime riunioni di lavoro private con Mons. Bugnini". Non dimentichiamo, per inciso, che le Chiron è anche il biografo di Paolo VI.
2) Si scopre che l'attore della riforma liturgica, così detestato dagli ambienti tradizionalisti, si è mostrato più liberale o più aperto di Paolo VI nei loro riguardi. Chiron ci fa sapere che dopo l'autorizzazione donata nel 1971 ai preti anziani di celebrare la messa di S.Pio V, poi l'indulto concesso ai vescovi inglesi di poter concedere, a determinate condizioni, il permesso di celebrare questa stessa Messa, " Mons. Bugnini ha suggerito al Papa d'accordare la stessa facoltà na altre conference episcopali. Il Papa si è mostrato inflessibile e ha rifiutato di estendere l'indulto".
3) Mons. Bugnini aveva proposto una soluzione per risolvere il "caso Lefebvre": "attraverso una larga 'concessione' della messa tradizionale. Fissava quattro punti. Il Santo Padre fece rispondere che non gli sembrava opportuno di concedere oggi quel che aveva rifiutato nel passato. La proposta di Mons. Bugnini sarà ampiamente ripresa da Giovanni Paolo II nell'indulto del 1984".
La responsabilità di Paolo VI nella crisi liturgica che ha colpito la Chiesa appare dunque ancora più schiacciante.
Da http://www.riposte-catholique.fr/summorum-pontificum-blog/revue-de-presse-summorum/quand-mgr-bugnini-proposait-des-solutions-pour-resoudre-le-cas-lefebvre#.UJ0rOFFz8oE