....Nel Cristo Dio fatto uomo , troviamo il sostegno per la nostra debolezza e le risorse per raggiungere la perfezione. L'umanità di Cristo ci rimette in piedi , la sua condiscendenza ci prende per mano , la sua divinità ci fa giungere alla méta....


S.Agostino

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martedì 28 maggio 2013

Ministro Kyenge contro la Chiesa Cattolica

Quando un ministro riscrive il Magistero

Fa "discutere" o perlomeno riflettere , una parte di un' intervista del Ministro Kyenge , in particolare su poligamia e relazioni con la Chiesa Cattolica .


Riassumendo , nell'intervista ha affermato :

“Crescere con tanti fratelli mi dà l’idea di vivere all’interno di una  comunità. Facilita i rapporti con l’altra parte della società, al di fuori della famiglia”.


Poligamia legale, spiega la Kyenge, che dice che suo padre “cattolico” non ha fatto nulla di proibito, perché in alcuni stati la legge permette di sposare fino a 4 mogli.

La Chiesa deve imparare, sembra poi suggerire, quando la conduttrice le chiede come sia possibile che un cattolico possa avere 4 mogli. “Questi sono paesi dove religione e tradizione hanno imparato a convivere”.


La ministra in sostanza ha condotto un (velato ma non troppo) panegirico nei confronti della poligamia e la cosa grave non è tanto il tema quanto l'argomentazione : ossia ha difeso la poligamia partendo dalla sua cattolicità e da quella del padre che nonostante la sua fede , ha avuto 4 mogli.

Per correttezza tra l'altro dovremmo parlare di poliginia non di poligamia .
Quest'ultimo termine infatti suona come aperto e moderno invece quello con cui ha convissuto la ministra è gretto e maschilista .
In tali paesi è chiaramente impedito alle donne di avere più mariti (poliandria) ma non il contrario ( a quanto pare ).

Se la Chiesa e i suoi vescovi hanno ritenuto opportuno soprassedere davanti la posizione di un ministro della Repubblica Italiana  , per giunta battezzato, circa la gravità dottrinale di tali affermazioni , non avrebbero quantomeno potuto ribadire e ricordare la dignità del matrimonio monogamico ma soprattutto la dignità della donna?