Il
vescovo ausiliare di San Salvador Gregorio Rosa Chavez: anche Ratzinger
aveva dato il via libera alla ripresa del processo canonico.
A rilanciare la notizia è il blog Super Martyrio - dedicato alla figura di Romero - che cita questa intervista, rilasciata da Rosa Chávez alla rivista portoghese Fatima Missionaria. «Dal postulatore della causa (l'arcivescovo Vincenzo Paglia ndr) abbiamo avuto due informazioni - racconta il presule -. La prima, che non è stata resa pubblica, riguarda una conversazione avuta con Benedetto XVI durante la quale Ratzinger ha detto che si doveva sbloccare il processo di beatificazione di Romero. L'altra, che tutti conosciamo, è stata quando il postulatore ha annunciato in un'omelia, nella quarta domenica di Pasqua, che il Papa (Francesco ndr) gli aveva chiesto di sbloccare il processo».
Il dettaglio riferito da Rosa Chávez è interessante perché dice che comunque - al di là dell'avvento del Papa latino-americano - qualcosa a Roma si stava già muovendo sulla causa di Romero. Inoltre l'avallo di Benedetto XVI ridimensiona la tesi di chi aveva utilizzato l'annuncio della ripresa del processo di beatificazione dell'arcivescovo di San Salvador come esempio della discontinuità tra i due pontificati.
Nell'intervista Rosa Chávez torna anche a sottolineare l'eredità più profonda dell'arcivescovo di San Salvador: «Romero è un santo scomodo. Un santo che ci obbliga a riconoscere che siamo mediocri, che abbiamo bisogno di convertirci, che ci mette in discussione. Non è santo alla stessa maniera di madre Teresa di Calcutta; lui è un profeta che ci chiama a rivedere la nostra vita e la nostra profezia all'interno della Chiesa. È un santo che molti avrebbero preferito tenere lontano. Ma abbiamo bisogno di santi così nella Chiesa di oggi. E Papa Francesco è un profeta proprio nello stile di Romero, per cui l'attualità del suo messaggio è fuori discussione».