....Nel Cristo Dio fatto uomo , troviamo il sostegno per la nostra debolezza e le risorse per raggiungere la perfezione. L'umanità di Cristo ci rimette in piedi , la sua condiscendenza ci prende per mano , la sua divinità ci fa giungere alla méta....


S.Agostino

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giovedì 28 marzo 2013

Quel "disprezzo" pericoloso dei "segni", sintomo di una grave malattia


Una celebrazione sacramentale è intessuta di segni e di simboli . Secondo la pedagogia divina della salvezza , il loro significato si radica nell'opera della creazione e nella cultura umana , si precisa negli eventi materiali dell'antica alleanza e si rivela pienamente nella persona e nell'opera di cristo
Nella vita umana segni e simboli occupano un posto importante . In quanto essere corporale e spirituale insieme , l'uomo esprime e percepisce le realtà spirituali attraverso segni e simboli materiali . In quanto essere sociale l'uomo  ha bisogno di segni e di simboli per comunicare con gli altri per mezzo del linguaggio di gesti di azioni . La stessa cosa avviene nella sua relazione con Dio.
CCC 1145 1146

Pur non essendo esperti di casule , dalmatiche e mozzette , non essendo quindi dei cerimonieri , è facile capire una cosa importantissima : nel cattolicesimo il segno ha un valore inestimabile .

In un certo senso gli stessi sacramenti sono dei segni (perlomeno in prima battuta) , per non parlare dei sacramentali , come anche le "posture" assunte durante alcuni momenti della liturgia.

Giocare al ribasso con i segni nella vita religiosa è un rischio per la nostra fede , c'è il pericolo infatti di perdere la consapevolezza dell'importanza di un momento , ad esempio l'inginocchiarsi durante la consacrazione delle specie eucaristiche favorisce la naturale riverenza e adorazione che il momento richiede .

In questi giorni notiamo una fuga dal segno , nei gesti e nelle funzioni religiose celebrate da Papa Francesco , partendo dalle prime "innovazioni".

Abolizione della mozzetta (con o senza ermellino) e delle scarpe rosse :
Ben sappiamo come il rosso nel "vestiario ecclesiastico" sia non simbolo di ricchezza , di agio e di opulenza ma invece di sangue , ogni volta (o quasi tutte) che compare il colore rosso in un abito religioso , quel rosso ricorda il sangue di Cristo , dei martiri e di chiunque abbia dato la propria vita per il Regno dei Cieli .

Tralascio la semplicità delle liturgie che confrontate con quelle di Benedetto XVI sembrano addiritura "anemiche" e scarne .

La talare bianca del Papa , ovviamente è un rimando alla semplicità , il bianco infatti è in quel caso inteso non come luce o come purezza ma come semplicità e umiltà , umiltà che non viene certo scalfita dall'introduzione di qualche elemento rosso che ricorda la radicalità della missione del Papa , fino al martirio .

L'altra cosa preoccupante è  l'anello piscatorio che "va e che viene" :
Non è richiesto un abile osservatore per notare come Papa Francesco sia rapidissimo nello sfilarsi dall'anulare l'anello piscatorio per indossare l'altro anello con cui era apparso dalla loggia delle benedizioni di S.Pietro .

Bisogna anche precisare che non è il primo a non portare spesso l'anello piscatorio , Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II lo donarono e quindi dovettero metterne un altro .
Ma il caso singolare è che Papa Bergoglio ha ancora l'anello piscatorio , non avendolo ancora dato a qualcuno , e di conseguenza non è obbligato necessariamente ad indossarne un altro.

L'anello piscatorio è anch'esso un segno proprio del pontificato e del ministero petrino , volendo fare un paragone è come la fede per due coniugi , ossia è un anello che ricorda le promesse fatte e la missione che si deve vivere alla luce dell'esperienza cristiana.

Ora mi domando , quante mogli gradirebbero un marito che porta la fede solo quando sta con la moglie per poi sbrigarsi a toglierla?
Papa Francesco può essere paragonato ( pur nel massimo rispetto ed obbedienza) a questo genere di marito che non porta quasi mai la fede .

In un certo senso Papa Francesco non ha abolito "il segno" bollandolo come privo di senso , non ha scatenato una guerra iconoclasta al segno , anzi , si può dire che questi primi giorni di pontificato , siano pieni di gesti e di segni .
Papa Francesco sta mutando i segni di cui si riveste un Papa , cavalcando anche un pò "l'opinione pubblica" che ingenuamente desidera da anni un Papa povero che rinunci agli ori e agli agi , magari gridando questo con un Iphone o con un Ipad in mano . 

Non dimentichiamo che ad esempio la scelta di un anello piscatorio non d'oro ( scelta peraltro sbandierata nella "modalità urbi et orbi") è stata "consigliata" appositamente dal cardinale vice decano Giovan Battista Re.

Ovviamente , senza accusare gratuitamente nessuno , ma "contra factum non valet argumentum" , alcune scelte "sempliciste e pauperiste" di Papa Francesco sono state palesemente  consigliate da alcuni suoi "consulenti dell'immagine" che dovrebbero "fare i preti ogni tanto" .

Il fatto più grave è che non c'è più da 50 anni (non prendete questa asserzione come quella di un tradizionalista perchè chi scrive non lo è )  una conoscenza dei simboli , non c'è più consapevolezza sull'importanza dei segni nella liturgia come nella vita cristiana sacramentale .
Eppure l'ultimo catechismo riporta l'importanza dei segni nella vita dell'uomo , ma nonostante tutto , molti cattolici non sanno minimamente che i segni sono fondamentali nel cattolicesimo , perchè?
Perchè la Chiesa non è stata buona maestra ? Perchè nessuno non ha mai seguito l'invito di Papa Benedetto XVI nella "sacramentum caritatis" a condurre nelle parrocchie delle catechesi mistagogiche , in cui svelare l'importanza dei gesti e dei segni delle liturgie ?

Se stentiamo come cattolici a comprendere la simbologia di un anello o di un colore , come faremo a comprendere tutti quei segni in cui ci imbattiamo quotidianamente nella nostra Chiesa ? Come riuscire a comprendere che in quel pane ci sia il Signore , come riuscire a comprendere il Battesimo , come riusciremo a comprendere i Sacramenti , come comprendere una benedizione o un'indulgenza ? 

Come riuscire a capire la Chiesa? 
Questo è il problema più grande , non capiamo più le ragioni , i modi di essere e i modi di "parlare" della Chiesa e pretendiamo a tutti i costi una Chiesa a nostra immagine , privata di tutto quello che non riusciamo a capire (sia il celibato o sia la mozzetta) , correndo il rischio di impoverirla non solo materialmente ma anche spiritualmente .
Siamo affetti da una superbia spirituale , tale da non voler più la Chiesa come maestra , ma   al contrario vogliamo diventare noi stessi maestri per la Chiesa , indicandole la "Via" , la "Vita" e la "Verità".