Ormai è giunta l'ora di porre l'accento su una questione che è passata fino ad ora in sordina: la morte delle vocazioni nell'Urbe.
A causa di incurie e scelte sbagliate, la diocesi di Roma tra una ventina d'anni, non avrà sacerdoti a sufficienza per "coprire le parrocchie" di una città, che invece si estende sempre di più.
I problemi fondamentali sono tre:
-"Neocatecumenalizzazione" della diocesi di Roma
-Seminario Romano Maggiore
-Impossibilità per i ragazzi romani di accedere a "L'Almo Collegio Capranica"
Il primo punto, ossia la crescita esponenziale del "Cammino Neocatecumenale" a Roma, è un fenomeno trascurato, ma sotto gli occhi di tutti quelli che abitano nell'Urbe.
Non c'è più infatti una parrocchia in cui il "Cammino" non sia presente, cosa comporta la presenza di un parroco o di un vicario parrocchiale del "Cammino Neocatecumenale"?
In primis garantisce l'inserimento di una "comunità neocatecumenale" nella parrocchia, che a sua volta (come esperienza insegna) favorisce vocazioni che però non vanno a servizio della diocesi, ma bensì del "Cammino", in pratica i "Neocatecumenali" prendono giovani della diocesi di Roma e li portano altrove, essendo i seminari "Redemptoris Mater" dei seminari missionari prima che diocesani.
Ma le vocazioni in crescita nel "Cammino" sono anche frutto di una debolezza estrema del "Seminario Romano Maggiore" che non è più in grado di rispondere alle esigenze della realtà diocesana e soprattutto non è in grado di rispondere alle esigenze "spirituali" di tutti quei ragazzi che "bussano" a Piazza San Giovanni in Laterano n°3.
Tutti a roma, clero e vescovi compresi, sono a conoscenza delle storture "dottrinali" del seminario, in cui si fa leggere "Enzo Bianchi" piuttosto che San Tommaso, come tutti sono anche a conoscenza delle derive psicologiste che hanno sostanzialmente "secolarizzato la spiritualità dei candidati", i quali si trovano più davanti ad uno psicologo che davanti al crocifisso!
Troppe ore di formazione "umana-psicologica" e pochissime ore di formazione spirituale, per non parlare di "congressi sull'Islam" durante la Settimana Santa, ma questa è un'altra (triste) storia!
Non è un caso infatti che il Santo Padre Francesco, dal giorno della sua elezione non si sia mai recato al Seminario Romano Maggiore (contrariamente ai suoi predecessori), da sempre considerato "il seminario del Papa".
La cosa però più preoccupante del "Seminario Romano Maggiore" sono i numeri : quest'anno i romani in totale saranno circa 25, considerando che gli anni di seminario sono 7 a Roma, questo fa una media di circa 3 seminaristi all'anno, che in futuro si tradurrà in 3 preti all'anno per una città che conta circa 3 milioni di abitanti!
L'ultimo problema è legato al "Collegio Capranica", a causa di alcune voci, è stato impedito ai romani di potervi accedere, cosi facendo, i giovani che non appartengono al "Cammino" sono letteralmente costretti a presentarsi al "Seminario Romano Maggiore", ma ciò crea notevoli problemi.
L'età media d'ingresso in un seminario è molto elevata a Roma (maggiore di 25\26 anni), molti ragazzi hanno avuto esperienze lavorative, hanno concluso gli studi universitari e l'ambiente e la struttura del seminario non sono in grado di rispondere ai "candidati più anziani" contrariamente alla struttura del "collegio", essendo del resto il seminario ancora concepito come se tutti i seminaristi avessero fatto il seminario minore e avessero 18\19 anni.
Questa decisione "anti-capranicense" ha anche delle responsabilità nell'aver rafforzato i numeri delle vocazioni del"Cammino" rispetto a quelle "diocesane".
Insomma la situazione è critica, si attende dal Santo Padre un segno di cambiamento, per una diocesi che sta andando verso la sua completa distruzione.