....Nel Cristo Dio fatto uomo , troviamo il sostegno per la nostra debolezza e le risorse per raggiungere la perfezione. L'umanità di Cristo ci rimette in piedi , la sua condiscendenza ci prende per mano , la sua divinità ci fa giungere alla méta....


S.Agostino

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mercoledì 9 settembre 2015

Nullità "easy", un favore agli episcopati del Nord Europa

Ha destato molto scalpore in ambito "non cattolico" il motu proprio "Mitis Iudex Dominus Iesus" di Papa Francesco sulla semplificazione delle nullità matrimoniali.
Il Mondo ha acclamato ed accolto con molto favore questo ulteriore passo verso la secolarizzazione di "Santa Romana Chiesa", che spacciato agli occhi dei cattolici come un gesto di misericordia, non è invece altro che un primo passo verso il riconoscimento del "divorzio cattolico".

Il centro di tutto il "Motu Proprio" è la delega ai vescovi :

 Lo stesso Vescovo è giudice. – Affinché sia finalmente tradotto in pratica l’insegnamento del Concilio Vaticano II in un ambito di grande importanza, si è stabilito di rendere evidente che il Vescovo stesso nella sua Chiesa, di cui è costituito pastore e capo, è per ciò stesso giudice tra i fedeli a lui affidati. Si auspica pertanto che nelle grandi come nelle piccole diocesi lo stesso Vescovo offra un segno della conversione delle strutture ecclesiastiche,[5] e non lasci completamente delegata agli uffici della curia la funzione giudiziaria in materia matrimoniale. Ciò valga specialmente nel processo più breve, che viene stabilito per risolvere i casi di nullità più evidente.


Questa innovazione radicale, è unicamente un "favore" fatto ai tanti vescovi del Nord Europa (e non solo) che auspicano la "comunione ai divorziati risposati", ma allo stesso tempo, con questa rivoluzione, il Santo Padre si è assicurato un'altra svolta rilevante: al Sinodo non ci saranno cambi "di dottrina".
Il Papa potrà ribadire l'indissolubilità del matrimonio, cosi facendo, eviterà  malumori dell'episcopato africano e di tutte quelle persone fedeli agli insegnamenti del Signore, ma d'altra parte, garantirà con questa modifica del CIC, piena libertà ai vescovi del Nord Europa di annullare come meglio credono tutti i matrimoni (o quasi) dei tanti divorziati risposati che chiedono di poter accedere ai "Sacramenti".
Del resto, visto certe "sortite dottrinali" dei vescovi della Germania, della Svizzera e dei Paesi Bassi c'è da aspettarsi un uso indiscriminato e sopratutto poco ortodosso, di questa facoltà di "annullare" i matrimoni in ogni diocesi.

Una mossa astuta del Santo Padre, che così si è assicurato la possibilità di non distanziarsi (di facciata) dagli insegnamenti dei suoi predecessori (nonché dagli insegnamenti del Signore) ma che "de facto", favorendo le nullità del matrimonio, porterà ad una totale confusione tra divorzio e nullità matrimoniale, introducendo così nella pratica canonica di ogni diocesi governata da un vescovo "liberal", il "divorzio cattolico", al contempo evitando scismi nel Nord Europa e malumori nel mondo conservatore.

In pratica un sano cerchiobottismo che forse salverà l'unità della Chiesa, ma non la sua integrità.