Il problema maggiore per noi come Chiesa è certamente l’incapacità di parlare a molta gente con parole vere , sentite , non riusciamo più a colpire come faceva Gesù (εξεπλησσοντο)
Con tutti i meriti che dobbiamo attribuire al Vaticano II , dobbiamo anche far presente come questo problema del linguaggio , non sia stato risolto dal concilio ecumenico e in parte addirittura frainteso.
Leggendo infatti le costituzioni e i decreti del Vaticano II , notiamo come i linguaggi siano dispersivi , verbosi , di difficile interpretazione poiché spesso contraddittori e generici ! ( L’attuale “ecclesiastichese”)
D’altro canto la deriva “post-moderna liturgista” delle chitarre rock e dei gruppi “parrocchiali e non” che spesso raccolgono in sé più istanze secolari che religiose , fa capire bene come e in che cosa la Chiesa abbia frainteso il problema del linguaggio.
Non dobbiamo infatti parlare con le flessioni e il gergo moderno , non dobbiamo diventare “del mondo” , quanto piuttosto , parlare al cuore delle persone , richiamare alla vita quella parte del cuore che cerca e desidera ciò che l’uomo ha sempre desiderato : la felicità e la beatitudine.
Cristo è sempre giovane perché appunto riesce a superare i problemi del tempo , le incomprensioni , le congetture , le mode , è sempre giovane perché parla risvegliando in noi il desiderio di beatitudine (beatitudine che è sempre quella , non è mai schiava delle epoche).
Noi come Chiesa ,siamo sempre giovane , oppure rischiamo di secolarizzarci , di “entrare nel tempo” , di invecchiare secondo il tempo e di morire anche secondo il tempo?
Oppure abbiamo in noi ancora una speranza di eternità che si chiama Cristo ? Unica persona in grado di farci superare il tempo , le epoche e le mode senza diventare mai vecchi !
Forse è il momento in mezzo a tante chiacchiere e conferenze , proprio nell’Anno della Fede , di “lavorare” di più per cercare Cristo nel nostro cuore , con la preghiera e con i sacramenti.