....Nel Cristo Dio fatto uomo , troviamo il sostegno per la nostra debolezza e le risorse per raggiungere la perfezione. L'umanità di Cristo ci rimette in piedi , la sua condiscendenza ci prende per mano , la sua divinità ci fa giungere alla méta....


S.Agostino

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mercoledì 22 maggio 2013

Francesco Moraglia sull'importanza del ministero sacerdotale







Solennità del Sacro Cuore di Gesù

Inizio dell’Anno sacerdotale





Carissimi confratelli nel sacerdozio,
carissimi seminaristi che vi state preparando ad essere i preti di domani,

dopo la grazia dell’Anno Paolino, un’altra grazia ci raggiunge in maniera inaspettata, quella dell’Anno Sacerdotale. Non si tratta di un evento che riguarda soltanto noi sacerdoti ma tutta la Chiesa; dobbiamo quindi viverlo insieme alle nostre comunità.

Con questo mio scritto desidero richiamare alla vostra attenzione tre brevi considerazioni:


- Bellezza, importanza, indispensabilità del ministero sacerdotale. L’Anno Sacerdotale intende destare in noi preti - ma non solo in noi -, la bellezza, l’importanza e l’indispensabilità del ministero sacerdotale per la salvezza delle anime. È bene riflettere a lungo sui tre sostantivi: bellezza, importanza, indispensabilità.

Che i presbiteri si incamminino verso un rinnovato impegno di santità ponendo attenzione alla specificità e alla integralità del loro ministero è, insieme, ricchezza e motivo di gioia per tutta la Chiesa e, anche,  di obiettiva crescita per l’intera opera di evangelizzazione.


- Fedeltà, virtù umana e cristiana  del  presbitero. Il tema dell’anno, scelto dal Santo Padre, è eloquente: “fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote”; al centro di tutto, quindi, si pone la fedeltà.

Si tratta, innanzitutto, della fedeltà di Cristo a cui, a sua volta, guarda ed è chiamato a rispondere, in spirito di fedeltà, colui che opera “in persona Christi capitis”.

La lettera agli Ebrei - vero trattato di cristologia sacerdotale del Nuovo Testamento - afferma come Gesù Cristo rimanga sempre fedele a se stesso (cfr. Eb 13, 8), Lui che è sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio (cfr. Eb 2, 17).

Ogni presbitero, all’inizio di quest’Anno Sacerdotale, deve rivolgersi a Lui con grande fiducia, riferendo a Lui, tutta la sua vita e il suo ministero.

In un’epoca, come la nostra, in cui si dà grande spazio alla creatività, alla originalità e alla  intraprendenza, siamo invitati - senza misconoscere il valore di queste virtù -, a cogliere il valore e a dare nuovo spazio, nella nostra vita,  alla virtù della fedeltà.

Si tratta, in altri termini, d’essere fedeli al dono che ciascun di noi ha personalmente ricevuto il giorno della sua ordinazione; esaminiamoci sulla fedeltà al ministero sacerdotale inteso secondo la sua specificità e integralità; vale a dire: siamo preti sempre, preti ovunque, preti comunque?



Questa fedeltà, talvolta, può anche costare incomprensioni e contrasti ma, alla fine, paga e conduce ad un sicuro approdo di pace già in questa vita e a una misteriosa ma realissima fecondità nel ministero.


- Il primato della preghiera sull’azione.  L’anno sacerdotale - come sappiamo -, è stato indetto in occasione del 150° anniversario della nascita al cielo di Giovanni Maria Vianney, universalmente conosciuto come il Curato d’Ars, anzi, come il Santo Curato d’Ars.

Questo umile prete che visse il suo sacerdozio nel contesto difficile della Francia post-rivoluzionaria e post-napoleonica e che Pio XI, nel 1929, volle patrono dei parroci, sarà, nel corso di questo anno, proclamato anche patrono di tutti i preti.

Non è fatto di poco conto, poiché significa che, ogni sacerdote, deve guardare a lui come al modello autorevolmente proposto dalla Chiesa; insomma, nel suo modo di vivere il sacerdozio e il ministero, Giovanni Maria Vianney diventa esempio nella Chiesa.

A voi sacerdoti ricordo come il Santo Curato d’Ars abbia proclamato, con tutta la sua vita, il  primato della preghiera sull’azione. Giovanni Maria Vianney era instancabile operaio di fronte all’abbondanza della messe ma, ed è questo che dobbiamo considerare sino in fondo, la sua prima risposta alle esigenze pastorali di Ars - piccolo paese di circa trecento anime, in cui c’era poco amore di Dio -, non fu organizzare la pastorale, ma organizzare la propria vita sacerdotale e la propria azione pastorale a partire dalla preghiera.

Al mattino, verso le quattro, i parrocchiani potevano intravedere, nel buio, una sagoma che, sorreggendo un lume, entrava in chiesa  passando attraverso la porta del campanile; era lui, il Curato, che si recava a pregare. Il primato vissuto della preghiera, da cui poi dipende tutto nella vita del prete, si deve tradurre in scelte concrete e quotidiane.


- Conclusione. Carissimi amici, oggi inizia anche per la nostra Chiesa particolare, il cammino dell'anno sacerdotale; l’auspicio è semplice: sia fruttuoso nel Signore! A Lui lo consegniamo con fiducia.

A tutti auguro la gioia di vivere il dono del sacerdozio che è, innanzitutto, servizio reso a Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote e, conseguentemente - agendo in persona di Cristo Capo -, servizio reso ai fratelli; con la grazia dell’ordinazione, infatti, siamo chiamati non  a fare i preti ma ad esserlo nel più intimo di noi stessi.

La Vergine Maria - madre dell’eterno Sacerdote -, custodisca in noi e nelle nostre comunità, con la sua intercessione materna, la grazia dell’anno sacerdotale.

Tutti benedico di cuore