....Nel Cristo Dio fatto uomo , troviamo il sostegno per la nostra debolezza e le risorse per raggiungere la perfezione. L'umanità di Cristo ci rimette in piedi , la sua condiscendenza ci prende per mano , la sua divinità ci fa giungere alla méta....


S.Agostino

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mercoledì 22 maggio 2013

Papa Francesco e l'esorcismo (presunto)

Papa Francesco si è limitato a pregare intensamente sul malato e non lo ha esorcizzato


Nella baraonda mediatica che avvolge Papa Francesco , per la questione del presunto esorcismo , vorrei precisare alcune cose facendo menzione del Rito degli Esorcismi.

Tali precisazioni servono a far capire come Papa Francesco non abbia mai compiuto un esorcismo , riassumo brevemente le motivazioni , lasciando poi al lettore la possibilità di approfondire con gli estratti del rito riportati alla fine del post .

-Scarsa riservatezza del presunto esorcismo , il rito va condotto infatti lontano da telecamere o mezzi mediatici.

- Il Papa si è limitato ad imporre le mani , senza aspersioni di acqua benedetta , letture ed invocazioni.

-Il presunto esorcismo è durato meno di 5 minuti , a differenza dei reali esorcismi che sono riti davvero lunghi ed estenuanti sia per il "posseduto" che per l'esorcista.

-Il "posseduto" non presentava alcuna delle caratteristiche tipiche degli indemoniati.




Conclusioni :

Qualche giornalista chiacchierone , ha amplificato una semplice benedizione in "stile carismatico" con l'imposizione delle mani , sappiamo bene infatti come il Santo Padre in Argentina sia sempre stato vicino al Rinnovamento dello Spirito , di cui certamente ne avrà assorbito la spiritualità .
La vicenda è ancora più triste perchè dimostra come il popolo cattolico sia completamente all'oscuro di cosa sia un esorcismo , di come si conduca e questo dovrebbe suscitare in seno alla Chiesa qualche riflessione su come siano state condotte le pastorali negli ultimi anni .

A seguire estratti del Rito degli Esorcismi , QUI il testo integrale del rito .




Il sacerdote esorcista procederà alla celebrazione dell'esorcismo nella forma imperativa solo dopo aver raggiunto la certezza morale sulla reale possessione diabolica del soggetto. Nel discernimento si servirà innanzitutto di criteri tradizionalmente seguiti per individuare i casi di possessione diabolica (cf. Premesse generali, n. 16) e potrà avvalersi del confronto con sacerdoti esorcisti di consolidata esperienza e, in alcuni casi, della consulenza di persone esperte di medicina e di psichiatria.
Di fronte a disturbi psichi ci o fisici di difficile interpretazione il sacerdote non procederà al Rito dell'esorcismo maggiore, ma accoglierà ugualmente le persone sofferenti con carità, le raccomanderà al Signore e le inviterà a servirsi delle preghiere previste dal «Rito degli esorcismi» per l'uso privato (cf. Appendice II, Preghiere ad uso privato dei fedeli).

13. L'esorcismo deve svolgersi in un clima di fede e di preghiera umile e fiduciosa, sì da evitare ogni impressione di efficacia automatica: la liberazione dall'influsso diabolico avviene se e quando Dio vuole. Se, come indicato al n. 35 delle Premesse, sono presenti anche alcuni fedeli, questi siano esortati a pregare intensamente secondo quanto previsto dal Rito.
Molto opportunamente, in una visione di fede, il «Rito degli esorcismi» dispone che la formula deprecativa o invocativa (nn. 61. 81. 83) sia ritenuta prioritaria rispetto a quella imperativa (nn. 62. 82. 84). Esso prescrive infatti: «L'esorcista dice la formula invocativa dell' esorcismo maggiore. Se lo ritiene opportuno, aggiunga anche la formula imperativa» (n. 60).


16L'esorcista non proceda alla celebrazione dell' esorcismo nella forma imperativa se non è moralmente certo che la persona da esorcizzare è veramente posseduta dal demonio33 e, per quanto è possibile, non proceda senza il suo consenso.
Secondo una prassi consolidata, vanno ritenuti segni di possessione diabolica: parlare correntemente lingue sconosciute o capire chi le parla; rivelare cose occulte e lontane; manifestare forze superiori all'età o alla condizione fisica. Si tratta però di segni che possono costituire dei semplici indizi e, quindi, non vanno necessariamente considerati come provenienti dal demonio. Occorre perciò fare attenzione anche ad altri segni, soprattutto di ordine morale e spirituale, che rivelano, sotto forma diversa, l'intervento diabolico. Possono essere: una forte avversione a Dio, alla Santissima Persona di Gesù, alla Beata Vergine Maria, ai Santi, alla Chiesa, alla Parola di Dio, alle realtà sacre, soprattutto ai sacramenti, alle immagini sacre. Occorre fare attenzione al rapporto tra tutti questi segni con la fede e l'impegno spirituale nella vita cristiana; il Maligno, infatti, è soprattutto nemico di Dio e di quanto mette in contatto i fedeli con l'agire salvifico divino.

19. L'esorcismo si svolga in modo che manifesti la fede della Chiesa e impedisca di essere interpretato come un atto di magia o di superstizione.
Si eviti che diventi uno spettacolo per i presenti. Durante lo svolgimento dell'esorcismo non si ammettano mezzi di comunicazione sociale e, sia prima che dopo la celebrazione del rito, tanto l'esorcista che i presenti evitino di divulgarne la notizia, mantenendo un giusto riserbo.

IV. DESCRIZIONE DEL RITO

20. Nel Rito di esorcismo si dia particolare importanza, oltre che alle formule proprie di esorcismo, anche ai gesti e i riti che derivano il loro significato e il loro valore dall'uso fattone nell'itinerario del catecumenato, durante il periodo della purificazione. Si tratta del segno della Croce, dell'imposizione delle mani, dell' exsufflatio e dell' aspersione con l'acqua benedetta.

21. Il rito inizia con l' aspersione dell' acqua benedetta: da essa, intesa come memoria della purificazione ricevuta nel Battesimo, il fedele tormentato dal Maligno viene difeso contro le insidie del nemico.
L'acqua si può benedire prima del rito o durante il suo svolgimento, aggiungendo, se si ritiene opportuno, anche il sale.

22. Seguono le litanie, con le quali, per intercessione di tutti i Santi, si invoca la misericordia di Dio sul fedele tormentato dal Maligno.

23. Dopo le litanie, l'esorcista può recitare uno o più salmi che implorano la protezione dell' Altissimo ed esaltano la vittoria di Cristo sul Maligno. I salmi possono essere recitati tutti di seguito o in forma responsoriale. Alla fine del salmo l'esorcista può aggiungere l'orazione super psalmum.

24. Segue la proclamazione del Vangelo, segno della presenza di Cristo, il quale, mediante la proclamazione della sua parola nella Chiesa, viene incontro alle sofferenze degli uomini.

25. Poi l'esorcista impone le mani sul fedele tormentato dal Maligno, invocando la forza dello Spirito Santo, perché il diavolo esca da colui che, dal Battesimo, è stato reso tempio di Dio. Può anche alitare verso il viso del fedele tormentato dal Maligno.

26. Si recita il Simbolo o si fa la rinnovazione delle promesse battesimali con la rinuncia a Satana. Segue la preghiera del Signore, con cui si implora Dio, nostro Padre, perché ci liberi dal Maligno.

27. Fatto questo, l'esorcista mostra al fedele tormentato dal Maligno la croce del Signore, sorgente di ogni benedizione e di ogni grazia, e traccia su di lui il segno della croce, a indicare il potere di Cristo sul diavolo.

28. Poi dice la formula invocativa di supplica a Dio e la formula imperativa di comando diretto al demonio, in nome di Cristo, di lasciare il fedele tormentato dal Maligno. Non si usi la formula imperativa senza farla precedere da quella invocativa. Si può invece usare la formula invocativa senza quella imperativa.

29. Quanto precede, se necessario, si può ripetere o durante la stessa celebrazione, tenendo presenti le possibilità suggerite nel n. 34, o in tempi diversi, fino a che il fedele tormentato dal Maligno non sia completamente liberato.

30. Il rito si conclude con un canto di ringraziamento, con l'orazione e la benedizione.