Leggendo questi estratti di intervista rilasciata ad ADISTA da Suor Gramick , si può dedurre facilmente come le misure severe prese dal Vaticano nei confronti delle suore americane(Lcwr) , siano davvero "ingiuste ed oscurantiste". Ovviamente c'è "dell'ironia" in questa introduzione.
Mi domando dove sia la "comunione" con la Chiesa , se si guarda con tale disprezzo sia la gerarchia che il Papa stesso. Si evince da questa intervista come i più grandi problemi della Chiesa moderna siano la morte dell'obbedienza e la mancanza di fede in Gesù Cristo Figlio di Dio .
Il Vaticano
ha accolto positivamente questa vicinanza al mondo e alle persone?
Il Vaticano
non ha obiettato al fatto che le suore si facessero più vicine al mondo e alle
persone, ma ha contestato le implicazioni di questa vicinanza nei ministeri non
tradizionali che si occupano di politica, di sessualità o di entrambi. Per
esempio, nel 1983 il Vaticano obbligò suor Agnes Mary Mansour a dare le proprie
dimissioni dalla congregazione delle Sisters of Mercy a causa del suo incarico
di direttore del Dipartimento dei servizi sociali del Michigan, che finanziava
l’aborto per le donne povere. Nel mio caso, il Vaticano mi ha ingiunto, nel 1999,
di interrompere il mio ministero pastorale rivolto ai cattolici gay e lesbiche
perché avevo scelto di affermare che non condividevo la posizione tradizionale
sulla moralità dell’omosessualità.
Si sono
verificati numerosi casi meno noti nei quali vescovi diocesani hanno messo in
pratica le posizioni vaticane. Per esempio, le religiose hanno ricevuto
l’ordine di dimettersi dalla direzione di organismi che hanno a che fare con
l’Hiv-Aids, perché promuovevano l’utilizzo dei condom. Alcune religiose sono state
licenziate dai loro incarichi parrocchiali o diocesani perché appoggiavano
l’ordinazione sacerdotale femminile.
L’attuale
valutazione dottrinale della Lcwr da parte della Congregazione per la Dottrina
della Fede (Cdf) ne costituisce un ulteriore esempio. Le due obiezioni concrete
citate dalla Cdf sono state la posizione dell’Lcwr sull’omosessualità e
sull’ordinazione femminile.
Il suo
ministero ha portato la sua congregazione, quella della School Sisters of Notre
Dame, ad escluderla perché lei aveva scelto di non obbedire al silenzio
impostole, e nel 2001 è entrata nella congregazione delle Sisters of Loretto
che, al contrario, l’hanno sostenuta nel suo ministero. Da allora ha più avuto
problemi con il Vaticano?
Tra il 2001
e il 2009 il Vaticano ha mandato nove lettere alla presidente delle Sisters of
Loretto riguardanti il mio ministero. In ognuna di esse, in sostanza, si
affermava che dovevo interrompere il mio ministero a favore delle persone Lgbtq
o sarei stata allontanata dalla vita religiosa. Le mie consorelle hanno scelto
di non allontanarmi e, a questo punto, non l’ha fatto nemmeno il Vaticano.
Dal 1956 la
Lcwr rappresenta la maggioranza delle congregazioni religiose femminili
statunitensi. Quali sono state le sue maggiori conquiste, attività e interessi?
La Lcwr
offre una vasta gamma di attività e programmi che sono di supporto alle
superiore e sono tese al rafforzamento delle relazioni tra le componenti della
Lcwr con altri gruppi importanti. Tra queste attività vi è un workshop con
cadenza annuale, comprensivo di un ritiro, per le nuove leader e un manuale che
aiuta a sviluppare le competenze importanti per la leadership. Produce
regolarmente anche materiali scritti, come una pubblicazione trimestrale sulla
giustizia sociale, un volumetto di preghiera e riflessione, un diario di Occasional
Papers e informazioni su giustizia e pace.
Credo che la
conquista più importante dell’Lcwr sia stata quella di aver reso tutte le
religiose che vi aderiscono, ma anche un pubblico più ampio, consapevoli di
ogni genere di tema che implichi la giustizia. Offre riflessioni teologiche,
analisi sociali e suggerimenti per l’azione su molti temi, come la giustizia
economica, la difesa dei poveri, il dialogo con l’islam e interreligioso, la
pena di morte, la riforma delle politiche migratorie, il cambiamento climatico
e le questioni ambientali, la riforma sanitaria, gli armamenti nucleari, la
testimonianza contro la tortura, la cancellazione del debito per i Paesi
impoveriti, il traffico d’organi e la militarizzazione dello spazio e molti
altri temi legati alla giustizia. La lista è praticamente inesauribile.
Negli ultimi
anni, le religiose sono state nel mirino del Vaticano. Oltre a singoli casi
individuali, le congregazioni religiose femminili hanno subìto una visita
apostolica. Lo stesso è accaduto alla Lcwr. C’è una relazione tra le due visite
apostoliche? Di cosa ha paura Roma?
upportata finanziariamente in questo ministero. La Cdf, nel 1999, ha affermato
che non avrei dovuto impegnarmi in questo ministero, ma dopo un discernimento
approfondito ho concluso che Dio continuava a chiamarmi ad esso, quindi ho
deciso di non cooperare con l’oppressione del silenzio. Continuo a occuparmi delle
persone lesbiche e gay.
Per il resto
sì, credo che ci sia un legame tra le visite alle singole congregazioni
religiose e la valutazione dottrinale (o inquisizione dottrinale) dell’Lcwr,
entrambe avviate all’inizio del 2009. Sono in molti a ritenere che entrambi i
progetti di indagine sono stati avviati per eliminare il dissenso e spazzare
via le ultime vestigia del rinnovamento portato dal Vaticano II. Nel documento
che presenta il processo della visita, una delle domande poste ai leader delle
comunità era: «Qual è il processo messo in atto per rispondere alle consorelle
che esprimono pubblicamente o privatamente il loro dissenso dall’insegnamento
autoritativo della Chiesa?».
A mio
giudizio, la Curia vaticana e papa Benedetto XVI hanno paura del significato
dato dal Concilio Vaticano II a ciò che significa essere cattolico. Hanno paura
della libertà di espressione che esso comporta. Hanno paura di permettere alle
voci critiche di essere ascoltate perché alcune di queste voci potrebbero
legittimamente portare al cambiamento. Le personalità autoritarie hanno paura
del cambiamento e di perdere potere e controllo. Ken Briggs, autore di Double
Crossed: Uncovering the Catholic Church’s Betrayal of American Nuns (Vittime
di un doppio gioco: lo svelamento del tradimento delle suore americane da parte
della Chiesa cattolica, ndr), ritiene che le suore abbiano conservato
più di qualsiasi altro gruppo nella Chiesa l’etica e lo spirito conciliare,
nonostante una strenua opposizione da parte dei due ultimi papi. Le suore
statunitensi sono pericolose perché forse sono l’ultimo gruppo organizzato a
riflettere lo spirito conciliare di ciò che significa veramente essere Chiesa.
Come vede il
futuro della Lcwr, alla luce della nomina di un commissario che ne riveda gli
statuti e i programmi?
Penso che la
Lcwr abbia due scelte: sottomettersi al controllo Vaticano o sciogliere la Lcwr
e ricostituirla come organismo privo di legami con il Vaticano. Credo che la
prima scelta rappresenterebbe un ripudio dei quarant’anni e più di rinnovamento
nei quali le comunità religiose si sono impegnate. Bisogna ricordare che è
stato chiesto alle religiose di rivalutare e aggiornare le loro comunità
affinché rispondano alle esigenze dei tempi. Le religiose hanno preso sul serio
questa richiesta e ora al Vaticano non piacciono i risultati. Il Vaticano vuole
che le suore tornino alla vita religiosa del passato.
La storia ha
dimostrato che la politica di appeasement (accomodamento, ndt) di
Neville Chamberlain (primo ministro del Regno Unito dal 1937 al 1940, ndt)
non ha soddisfatto i desideri di un dittatore come Hitler. La Chiesa
istituzionale cattolica, come è attualmente, è uno stato totalitario religioso
che dall’epoca del papato di Pio IX ha vissuto una sempre crescente
centralizzazione. Il Concilio Vaticano II ha tentato di riportare la Chiesa sul
binario di una comunità di credenti sulla via di Cristo, ma le forze curiali
hanno cercato di far deragliare il rinnovamento negli ultimi 30 e più anni.
La seconda
opzione, ritengo, rispetterebbe l’onore e l’integrità delle congregazioni
religiose che hanno cercato, con la loro fedeltà, di tenere vivi i valori di
una Chiesa come comunità di discepoli fedeli di Cristo. La ricostituzione della
Lcwr come organismo che rispetta il Vaticano ma non abbandona nulla della
propria autonomia rappresenterebbe un’applicazione del valore conciliare della
sussidiarietà. Tale ricostituzione sarebbe un vantaggio per le religiose, ma
anche per la Chiesa nel suo complesso. Essa affermerebbe la necessità di
abbandonare un atteggiamento di obbedienza cieca a favore di una capacità
decisionale morale adulta. Fin da papa Pio IX, la Chiesa ha dato prova di
un’atmosfera di infallibilità strisciante in forza della quale si partiva dal
presupposto che ad ogni decisione, da parte di qualsiasi leader, accettata
spesso come infallibile, si dovesse obbedire senza discutere. Il Vaticano II ha
cercato di cambiare questo atteggiamento sottolineando la libertà di coscienza.
Una ricostituzione mostrerebbe che la Chiesa consiste in molti rami radicati in
Cristo, la vite. Il Vaticano è uno dei rami. Le singole diocesi, congregazioni
religiose apostoliche, ordini monastici e contemplativi e movimenti laicali
sono altri rami. Dobbiamo ricordarci sempre che Cristo, non il Vaticano, è la
vite.
Non so per
quale scelta opterà la Lcwr. Ha già cooperato con la Cdf nella sua
investigazione dottrinale, quindi non so se l’organizzazione continuerà a
collaborare nella sua oppressione invece di resistere alla presa di possesso da
parte del Vaticano. Continuo a nutrire la speranza che i nuovi vertici della
Lcwr siano più realistici nel constatare che si ha a che fare con il
totalitarismo religioso e che esso rifiuterà la misura come intrusione indebita
e come affronto alla natura profetica della vita religiosa.
In che
misura questo passo del Vaticano toccherà la vita, il ministero e il ruolo
delle religiose nella Chiesa Usa in futuro?
L’intervento vaticano avrà effetti enormi sulla
vita, il ministero e il ruolo delle religiose negli Usa e nella Chiesa mondiale.
Gli effetti dipenderanno dal corso che la Lcwr sceglierà di intraprendere.
Vorrei essere ottimista e credere che la decisione della Lcwr rafforzerà non
solo le religiose ma la Chiesa intera. Rifiutare garbatamente di essere
dominate da un sistema patriarcale che non comprende la natura comunitaria
della Chiesa significherà dimostrare che un cristiano maturo non obbedisce
ciecamente agli uomini, ma segue la chiamata di Dio nella preghiera. Tale
scelta dirà che non c’è bisogno di persone controllori dell’ortodossia o di
inquisizioni. Tale scelta dirà che Cristo, e non il Vaticano, è la vite e noi
ne siamo i rami. Tale scelta dirà che lo Spirito di Dio guida la Chiesa e che
sotto questa guida non abbiamo paura. Sotto questa guida abbiamo fede e
fiducia. Mi domando dove sia la "comunione" con la Chiesa , se si guarda con tale disprezzo sia la gerarchia che il Papa stesso. Si evince da questa intervista come i più grandi problemi della Chiesa moderna siano la morte dell'obbedienza e la mancanza di fede in Gesù Cristo Figlio di Dio .