Fa riflettere questa cronaca , soprattutto se confrontata con la continua negligenza delle forze dell'ordine e della gendarmeria vaticana nell'impedire le medesime contestazioni quando il "regnante" era Papa Benedetto XVI.
Da Adista.it (cliccare qui per l'intero articolo)
Incredibile episodio avvenuto a latere della visita di papa Francesco ad Assisi, il 4 ottobre scorso, quando il pontefice si è recato in visita pastorale nella cittadina umbra per rendere omaggio alla tomba del “poverello”, assieme agli otto cardinali che compongono la commissione da poco istituita per la riforma della Curia.
Quel giorno, alcuni soci umbri dell’Uaar, l’Unione degli Atei Agnostici e Razionalisti, assieme ai volontari dell’associazione locale “Civiltà Laica” intendevano distribuire un volantino dai toni critici, ma tutt’altro che provocatori, nei confronti della Chiesa cattolica. In esso, a fronte delle aperture mediatiche del papa sui temi della modernità, dei diritti, del rinnovamento ecclesiale, del dialogo interreligioso, di un fecondo scambio con il mondo laico, si "ricordavano gli aspetti che separano la chiesa dal mondo"(modifica all'articolo di Uomo di Chiesa)
La Digos il 3 ottobre ha però negato l’autorizzazione al volantinaggio, motivandola con il fatto che un raduno «monotematico» (sic!) come quello dei cattolici ad Assisi poteva essere disturbato da un manifestino che, almeno da una parte dei partecipanti, avrebbe potuto essere inteso come «provocatorio». Per prevenire possibili incidenti, la polizia avrebbe quindi dovuto impiegare diverse unità per “tutelare” i soci dell’Uaar ed i volontari di “Civiltà laica” e questo eventuale impegno di uomini e mezzi sarebbe stato troppo gravoso, stante la carenza di personale e il carico di tensione e pericoli che avrebbe comportato la situazione.
Dietro tanta premura e zelo nei confronti dei laici, degli atei e degli agnostici che intendevano volantinare ad Assisi, in molti hanno pensato si nascondesse la volontà di non creare nessuna forma di disturbo alla manifestazione papale. Del resto, come ha spiegato l’Uaar in un suo comunicato del 3 ottobre scorso, la stessa questura che ha impedito il volantinaggio ha anche vietato (forse per ossequio al santo che parlava con i lupi) per il 4 ottobre, e solo il 4 ottobre, ogni forma di caccia «ad Assisi e nelle diocesi limitrofe». Ma il vero paradosso è che per impedire il volantinaggio la Questura ha dovuto paragonare i cattolici ed i devoti di S. Francesco, una delle figure religiose più fortemente connotate nel senso della mitezza e della non violenza, a fanatici e faziosi integralisti, che avrebbero costituito una potenziale minaccia per i semplici cittadini che desideravano diffondere le loro idee ed i loro rilievi critici nei confronti della Chiesa cattolica.
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Incredibile episodio avvenuto a latere della visita di papa Francesco ad Assisi, il 4 ottobre scorso, quando il pontefice si è recato in visita pastorale nella cittadina umbra per rendere omaggio alla tomba del “poverello”, assieme agli otto cardinali che compongono la commissione da poco istituita per la riforma della Curia.
Quel giorno, alcuni soci umbri dell’Uaar, l’Unione degli Atei Agnostici e Razionalisti, assieme ai volontari dell’associazione locale “Civiltà Laica” intendevano distribuire un volantino dai toni critici, ma tutt’altro che provocatori, nei confronti della Chiesa cattolica. In esso, a fronte delle aperture mediatiche del papa sui temi della modernità, dei diritti, del rinnovamento ecclesiale, del dialogo interreligioso, di un fecondo scambio con il mondo laico, si "ricordavano gli aspetti che separano la chiesa dal mondo"(modifica all'articolo di Uomo di Chiesa)
La Digos il 3 ottobre ha però negato l’autorizzazione al volantinaggio, motivandola con il fatto che un raduno «monotematico» (sic!) come quello dei cattolici ad Assisi poteva essere disturbato da un manifestino che, almeno da una parte dei partecipanti, avrebbe potuto essere inteso come «provocatorio». Per prevenire possibili incidenti, la polizia avrebbe quindi dovuto impiegare diverse unità per “tutelare” i soci dell’Uaar ed i volontari di “Civiltà laica” e questo eventuale impegno di uomini e mezzi sarebbe stato troppo gravoso, stante la carenza di personale e il carico di tensione e pericoli che avrebbe comportato la situazione.
Dietro tanta premura e zelo nei confronti dei laici, degli atei e degli agnostici che intendevano volantinare ad Assisi, in molti hanno pensato si nascondesse la volontà di non creare nessuna forma di disturbo alla manifestazione papale. Del resto, come ha spiegato l’Uaar in un suo comunicato del 3 ottobre scorso, la stessa questura che ha impedito il volantinaggio ha anche vietato (forse per ossequio al santo che parlava con i lupi) per il 4 ottobre, e solo il 4 ottobre, ogni forma di caccia «ad Assisi e nelle diocesi limitrofe». Ma il vero paradosso è che per impedire il volantinaggio la Questura ha dovuto paragonare i cattolici ed i devoti di S. Francesco, una delle figure religiose più fortemente connotate nel senso della mitezza e della non violenza, a fanatici e faziosi integralisti, che avrebbero costituito una potenziale minaccia per i semplici cittadini che desideravano diffondere le loro idee ed i loro rilievi critici nei confronti della Chiesa cattolica.