....Nel Cristo Dio fatto uomo , troviamo il sostegno per la nostra debolezza e le risorse per raggiungere la perfezione. L'umanità di Cristo ci rimette in piedi , la sua condiscendenza ci prende per mano , la sua divinità ci fa giungere alla méta....


S.Agostino

Cerca nel blog

venerdì 20 dicembre 2013

"A cosa diciamo si a cosa diciamo no" il Circolo di Monaco sulla riforma della Chiesa (adista)

MONACO-ADISTA. Nessun ulteriore rifiuto di dare la comunione ai divorziati risposati e a membri di altre Chiese cristiane; nessun ulteriore rifiuto di far predicare i laici durante la messa; nessun ulteriore rifiuto di ammettere le donne al diaconato e al sacerdozio. È una dichiarazione di guerra il programma annunciato dal Münchner Kreis, il circolo di Monaco che ha raccolto, dalla sua nascita nel 2012, preti e diaconi cattolici molto critici rispetto ad alcune posizioni della Chiesa istituzionale e desiderosi di una profonda riforma; ponendosi così già in origine in linea con l’iniziativa dei “preti disobbidienti” austriaci, promotori di un’analoga spinta al rifiuto di leggi e norme ecclesiali ritenute ingiuste.
In un durissimo documento pubblicato il 1° dicembre scorso sul sito (initiative-muenchner-kreis.de), intitolato «A cosa diciamo sì, a cosa diciamo no» e approvato all’unanimità da 18 parroci e diaconi (ma che gode del supporto di oltre 900 tra singoli e gruppi) i firmatari – capitanati dai diaconi Stephan Schöri e Willi Kuper, e dai parroci Hans-Jörg Steichele e Otto Wiegele – spiegano i loro obiettivi in quattro punti, allo scopo di «prendere una posizione chiara». In primo luogo, «vogliamo esprimere la nostra solidarietà come sacerdoti e diaconi della nostra diocesi e della nostra Chiesa, nel suo complesso», uscendo dall’isolamento e dando voce al popolo di Dio, lavorando in rete con le altre iniziative simili in Germania (Pfarrei-Initiative) e in Austria e Svizzera, ma anche con il resto del mondo; questa solidarietà critica deve essere rivolta anche all’esterno, tramite «il contatto con la stampa e la televisione, come espressione della nostra fiducia nel potere del discorso pubblico». Il gruppo reclama la necessità di un dialogo tra la base della Chiesa e la gerarchia («un dialogo che sia degno di questo nome»), a fronte di una grave mancanza di comunicazione, che sia sinonimo di trasparenza e tolleranza, ma anche strutture decisionali sinodali che prevedano il diritto di voto per tutti i partecipanti con la maggioranza dei due terzi, come nel Concilio Vaticano II. «Non vogliamo soltanto reagire, ma anche agire come “soggetti” della Chiesa, in modo creativo e adulto», afferma il Münchner Kreis, che è appoggiato dalla GemeindeInitiative, iniziativa di laici cattolici critici della diocesi che finora ha raccolto circa 400 adesioni. Ognuno porta con sé «i propri carismi e le proprie risorse». Questi obiettivi fondamentali, sottolineano, vanno concretizzati nello spirito del Vangelo di Gesù Cristo e nel senso di una “Chiesa samaritana”, come affermato da papa Francesco.
Di qui, i “sì”e i “no” che il gruppo esprime: un “sì” alla riforma della Chiesa, per la quale occorre pregare; alla comunione a tutti i credenti, compresi divorziati risposati e membri di altre Chiese cristiane; alla predicazione di laici competenti durante la messa, alla conduzione della parrocchia da parte di «un uomo o una donna, sposata o non sposata, a tempo pieno o part-time, a partire non dalla fusione di parrocchie, ma dalla creazione di una molteplicità di servizi o di figure». «Meglio una celebrazione della Parola preparata direttamente dalle comunità – spiega il documento – che celebrazioni eucaristiche con preti estranei che cambiano in continuazione e che devono essere chiamati per telefono». In questa prospettiva un sì deciso viene pronunciato anche a favore del diaconato e del sacerdozio femminile, nonché degli uomini sposati.

QUI segue l'articolo su Adista.it