....Nel Cristo Dio fatto uomo , troviamo il sostegno per la nostra debolezza e le risorse per raggiungere la perfezione. L'umanità di Cristo ci rimette in piedi , la sua condiscendenza ci prende per mano , la sua divinità ci fa giungere alla méta....


S.Agostino

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sabato 24 novembre 2012

'Bestemmia' del neo cardinale Rubén Salazar Gómez.

«Sì alla depenalizzazione dell’aborto nei tre casi previsti dalla legislazione colombiana» Poche parole che, in poche ore, sarebbero diventate un enorme peso sulla spalle del neo cardinale Rubén Salazar Gómez. L’arcivescovo di Bogotá e presidente della Conferenza Episcopale della Colombia (CEC) le ha pronunciate durante una lunga intervista con un giornale del proprio paese il 13 novembre scorso. Parole che hanno provocato una polemica tale –anche a Roma– che il religioso ha dovuto ritornare sui propri passi in pubblico per «ordini superiori».


«L’aborto è un crimine abominevole e la sua depenalizzazione non può essere accettata in nessun caso, così come non è da considerare come un diritto». Con questa frase, secca e senza ambiguità, Salazar ha risposto alla Segreteria di Stato della Santa Sede che aveva sollecitato un chiarimento. Una versione avallata anche dal giornale colombiano “El Tiempo”, che aveva pubblicato la lunga intervista.


L’intervista era  arrivata in un momento alquanto inopportuno. Non solo perché in Colombia è in corso il dibattito, a livello parlamentare, su una possibile «depenalizzazione molto più ampia» dell’interruzione volontaria delle gravidanza, ma anche perché, pochi giorni prima di essere creato cardinale dal Papa e rappresentando la massima autorità dei vescovi del suo paese, le frasi dell’arcivescovo di Bogotà sono state riprese come se rappresentassero la posizione ufficiale della Chiesa.


Grazie alla sentenza C-355 della Corte Costituzionale colombiana (10 maggio 2006), l’aborto è permesso in tre casi: «Quando lo sviluppo della gravidanza costituisce un pericolo per la vita o per la salute della donna», «quando c’è qualche malformazione nel feto che renda impossibile una vita futuro» e «quando la gravidanza sia il risultato di un rapporto non consensuale o di inseminazione artificiale o di trasferimento di ovuli fecondati non consensuale, o ancora nel caso dell’incesto».


Il neo cardinale parlava di queste tre situazioni. Ma le sue parole hanno provocato sconcerto a diversi livelli nel proprio paese, in diverse associazioni pro-vita dell’America Latina e in non pochi uffici della Curia Romana. In questo contesto, una dichiarazione come quella di Salazar Gómez risulta poco accorta. Ed è per lo stesso motivo che è partito da Roma un chiaro messaggio, a poche ore del Concistoro nel quale Benedetto XVI consegnerà l’anello cardinalizio (sabato 24 novembre presso la Basilica di San Pietro).


Non è la prima volta che l’arcivescovo si trova nei guai per le proprie parole. Lo scorso aprile si è pronunciato a favore della depenalizzazione della droga in un’altra intervista radiofonica, sorprendendo sia  i colombiani che gli stranieri. «C’è una gran differenza tra depenalizzare e legalizzare. Credo che noi, come Chiesa, non ci opponiamo alla depenalizzazione, ma non saremmo disposti ad accettare la legalizzazione», aveva affemrato. Allora Roma aveva lasciato correre. Questa volta, no.

http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/colombia-colombia-colombia-20007/