Una celebrazione sacramentale è intessuta di segni e di simboli .
Secondo la pedagogia divina della salvezza , il loro significato si radica
nell'opera della creazione e nella cultura umana , si precisa negli eventi
materiali dell'antica alleanza e si rivela pienamente nella persona e
nell'opera di cristo
Nella vita umana segni e simboli occupano un posto importante . In
quanto essere corporale e spirituale insieme , l'uomo esprime e percepisce le
realtà spirituali attraverso segni e simboli materiali . In quanto essere
sociale l'uomo ha bisogno di segni e di simboli per comunicare con gli
altri per mezzo del linguaggio di gesti di azioni . La stessa cosa avviene
nella sua relazione con Dio.
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Pur non essendo esperti di casule , dalmatiche e mozzette , non
essendo quindi dei cerimonieri , è facile capire una cosa importantissima : nel cattolicesimo il segno ha un
valore inestimabile .
In un certo senso gli stessi sacramenti sono dei segni (perlomeno in prima battuta) , per non
parlare dei sacramentali , come anche le "posture" assunte durante
alcuni momenti della liturgia.
Giocare al ribasso con i segni nella vita religiosa è un rischio
per la nostra fede , c'è il pericolo infatti di perdere la consapevolezza
dell'importanza di un momento , ad esempio l'inginocchiarsi durante la
consacrazione delle specie eucaristiche favorisce la naturale riverenza e
adorazione che il momento richiede .
In questi giorni notiamo una fuga dal segno , nei gesti e nelle
funzioni religiose celebrate da Papa Francesco , partendo dalle prime "innovazioni".
Abolizione della mozzetta (con o senza ermellino) e delle scarpe
rosse :
Ben sappiamo come il rosso nel "vestiario ecclesiastico"
sia non simbolo di ricchezza , di agio e di opulenza ma invece di sangue , ogni
volta (o quasi tutte) che compare il colore rosso in un abito religioso , quel
rosso ricorda il sangue di Cristo , dei martiri e di chiunque abbia dato la
propria vita per il Regno dei Cieli .
Tralascio la semplicità delle liturgie che confrontate con quelle
di Benedetto XVI sembrano addiritura "anemiche" e scarne .
La talare bianca del Papa , ovviamente è un rimando alla
semplicità , il bianco infatti è in quel caso inteso non come luce o come
purezza ma come semplicità e umiltà , umiltà che non viene certo scalfita
dall'introduzione di qualche elemento rosso che ricorda la radicalità della
missione del Papa , fino al martirio .
L'altra cosa preoccupante è l'anello piscatorio che "va e
che viene" :
Non è richiesto un abile osservatore per notare come Papa Francesco
sia rapidissimo nello sfilarsi dall'anulare l'anello piscatorio per indossare
l'altro anello con cui era apparso dalla loggia delle benedizioni di S.Pietro .
Bisogna anche precisare che non è il primo a non portare spesso
l'anello piscatorio , Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II lo donarono e quindi
dovettero metterne un altro .
Ma il caso singolare è che Papa Bergoglio ha ancora l'anello
piscatorio , non avendolo ancora dato a qualcuno , e di conseguenza non è
obbligato necessariamente ad indossarne un altro.
L'anello piscatorio è anch'esso un segno proprio del pontificato e
del ministero petrino , volendo fare un paragone è come la fede per due coniugi
, ossia è un anello che ricorda le promesse fatte e la missione che si deve
vivere alla luce dell'esperienza cristiana.
Ora mi domando , quante mogli gradirebbero un marito che porta la
fede solo quando sta con la moglie per poi sbrigarsi a toglierla?
Papa Francesco può essere paragonato ( pur nel massimo rispetto ed
obbedienza) a questo genere di marito che non porta quasi mai la fede .
In un certo senso Papa Francesco non ha abolito "il
segno" bollandolo come privo di senso , non ha scatenato una guerra
iconoclasta al segno , anzi , si può dire che questi primi giorni di
pontificato , siano pieni di gesti e di segni .
Papa Francesco sta mutando i segni di cui si riveste un Papa ,
cavalcando anche un pò "l'opinione pubblica" che ingenuamente desidera
da anni un Papa povero che rinunci agli ori e agli agi , magari gridando questo con un Iphone o con un Ipad in mano .
Non dimentichiamo che ad esempio la scelta di un anello piscatorio
non d'oro ( scelta peraltro sbandierata nella "modalità urbi et orbi") è stata
"consigliata" appositamente dal cardinale vice decano Giovan Battista
Re.
Ovviamente , senza accusare gratuitamente nessuno , ma "contra
factum non valet argumentum" , alcune scelte "sempliciste e
pauperiste" di Papa Francesco sono state palesemente consigliate da
alcuni suoi "consulenti dell'immagine" che dovrebbero "fare i
preti ogni tanto" .
Il fatto più grave è che non c'è più da 50 anni (non prendete
questa asserzione come quella di un tradizionalista perchè chi scrive non lo è
) una conoscenza dei simboli , non c'è più consapevolezza sull'importanza
dei segni nella liturgia come nella vita cristiana sacramentale .
Eppure l'ultimo catechismo riporta l'importanza dei segni nella
vita dell'uomo , ma nonostante tutto , molti cattolici non sanno minimamente
che i segni sono fondamentali nel cattolicesimo , perchè?
Perchè la Chiesa non è stata buona maestra ? Perchè nessuno non ha
mai seguito l'invito di Papa Benedetto XVI nella "sacramentum caritatis" a
condurre nelle parrocchie delle catechesi mistagogiche , in cui svelare
l'importanza dei gesti e dei segni delle liturgie ?
Se stentiamo come cattolici a comprendere la simbologia di un anello o di un colore , come faremo a comprendere tutti quei segni in cui ci imbattiamo quotidianamente nella nostra Chiesa ? Come riuscire a comprendere che in quel pane ci sia il Signore , come riuscire a comprendere il Battesimo , come riusciremo a comprendere i Sacramenti , come comprendere una benedizione o un'indulgenza ?
Come riuscire a capire la Chiesa?
Questo è il problema più grande , non capiamo più le ragioni , i modi di essere e i modi di "parlare" della Chiesa e pretendiamo a tutti i costi una Chiesa a nostra immagine , privata di tutto quello che non riusciamo a capire (sia il celibato o sia la mozzetta) , correndo il rischio di impoverirla non solo materialmente ma anche spiritualmente .
Siamo affetti da una superbia spirituale , tale da non voler più la Chiesa come maestra , ma al contrario vogliamo diventare noi stessi maestri per la Chiesa , indicandole la "Via" , la "Vita" e la "Verità".